Agroalimentare:un quintale di carne e pesce scaduto e proveniente dalla Cina.

Oltre un quintale di carne e pesce conservati in malo modo in un negozio cinese. Nessuna tracciabilità del prodotto. Scadenze, quando presenti, abbondantemente superate. Questo lo scenario sconvolgente che si è parato agli occhi dei Carabinieri della Stazione di Casamassima e del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Bari. Una situazione che è stata ritenuta subito dai militari molto pericolosa per la salute pubblica. Di qui il sequestro di tutta la merce e dei frigoriferi per un valore di 50 mila euro. L’operazione è avvenuta nell’ambito dei controlli disposti dal Comando Provinciale di Bari e dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, per accertare il rispetto della normativa vigente in materia di igiene e salute pubblica e hanno riguardato un negozio di alimentari, di 300 metri quadri, dove sono stati trovati, appunto, oltre 100 chili di prodotti ittici e di carne non idonei al consumo e privi di qualsiasi forma di tracciabilità ai fini della sicurezza alimentare. Nello specifico, i Carabinieri hanno riscontrato che nell’esercizio commerciale, gestito da una cittadina cinese, erano posti in vendita alimentari in cattivo stato di conservazione, ovvero privi dei requisiti di sicurezza imposti dalla normativa nazionale ed europea per la commercializzazione al pubblico. Numerose le infrazione accertate sui prodotti esposti, in particolare prodotti ittici freschi e surgelati, nonché carne, tutto confezionato in contenitori improvvisati. Gli alimenti erano destinati alla vendita, all’ingrosso ed al dettaglio, ma risultavano scaduti e mal conservati. Dal quadro emerso, ravvisandosi una situazione di reale pericolo per l’incolumità pubblica, i militari hanno proceduto al sequestro di tutta la merce, nonché dei macchinari destinati alla loro conservazione. Il tutto per un valore di oltre 50 mila euro. La cittadina cinese titolare dell’attività è stata denunciata e le sono state elevate sanzioni per 3 mila euro.

Contraffazione I controlli sulle mozzarelle di bufala funzionano

Operazione mozzarelle contraffatte, il plauso del Consorzio di Tutela: “I controlli funzionano, noi parte lesa: proposta espulsione del socio”
 
La mozzarella di bufala campana D.O.P. è di nuovo al centro di una triste storia dicontraffazione che ha portato all’arresto di cinque persone, tra allevatori e produttori, e alla chiusura di tre caseifici, sparsi tra Napoli e il casertano. Il latte utilizzato (in alcuni casi vaccino, nonostante il discliplinare non consenta altro latte al di fuori di quello bufalino) è risultato contaminato da soda caustica, un composto chimico usato probabilmente per coprire tracce acide dovute all’invecchiamento del latte stesso.
 
Ma non è tutto: il latte proveniva addirittura da animali affetti da tubercolosi. Il prodotto, potenzialmente dannoso per i consumatori, veniva poi commercializzato in Italia e all’estero. In manette sono finiti Vincenzo e Antonio Croce della Casearia Sorrentino; Gennaro Falconiero, amministratore del Caseificio San Maurizio di Frattaminore e Salvatore e Luca Bellopede dell’azienda casearia Bellopede & Golino di Marcianise, quest’ultima, tra l’altro, ex socia del consorzio di tutela.
 
“L’operazione della Guardia di finanza di Caserta è la conferma della massima attenzione e vigilanza che c’è nel comparto della Mozzarella di Bufala Campana DOP. 
 
Alla Procura, alle forze dell’ordine e all’Asl va il sentito ringraziamento del Consorzio di tutela. Comportamenti che mettono a rischio l’eccellenza di un prodotto unico al mondo sono assolutamente da condannare e non verranno tollerati. Il Consorzio di tutela è parte lesa in questa vicenda e difenderemo il buon nome degli associati e la reputazione del nostro prodotto in ogni sede utile, costituendoci anche parte civile nell’eventuale processo.
 
Inoltre nella prossima riunione del consiglio di amministrazione sarà valutata la possibilità di espulsione del socio coinvolto, in base alle norme di trasparenza previste dal Codice etico” del Consorzio.
 
Il presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana DOP,Domenico Raimondo, commenta così l’inchiesta “Aristeo” della Procura di Santa Maria Capua Vetere su una presunta frode nel settore lattiero-caseario.
 
Il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani, aggiunge: “Come sottolineato anche dagli inquirenti, i consumatori non hanno nulla da temere. Da circa due anni il sistema di tracciabilità del prodotto a marchio Dop è ancora più sicuro e capillare, offre garanzie complete e dal settembre 2016 è esteso a ogni capo. Con le norme attuali, cioè, possiamo risalire con precisione da una singola mozzarella fino alla bufala che ha fornito il latte.
 
Questo schema di controlli vede coinvolti l’ispettorato centrale per la repressione frodi del ministero dell’Agricoltura, l’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno e l’ente di certificazione del Consorzio Dqa, un lavoro di squadra a tutela della qualità della mozzarella di bufala campana. Si tratta del sistema di tracciabilità più avanzato in Europa, che pone il nostro comparto all’avanguardia a livello comunitario. Un risultato che è stato possibile raggiungere con l’impegno congiunto e la sinergia tra tutti questi enti, che ringraziamo ancora una volta. Il Consorzio di tutela ha messo e metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare l’unica mozzarella in commercio che può vantare il marchio Dop”.
Fonte CNA Alimentare