La dieta mediterranea rappresento uno stile di vita, e non solo un stile di alimentazione, un insieme di diversi fattori: antropologici, sociale, economici, gastronomici e ambientali /paesaggistici. Per diversi decenni, essa è stata considerata come una delle tante diete ( nel senso di riduzione del peso corporeo) da seguire, solo dalla fine degli anni 90, grazie a numerosi studi medico/scientifici la comunità scientifica ha rivalutato le scoperte fatte dance Keys nei lontani anni 50
Nel 2015, senza non poche difficoltà l ‘Unesco ha inserito la dieta mediterranea nella lista del patrimonio immateriale.
Ci si è resi conto che la Dieta Mediterranea rappresenti un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Il termine dieta non deve essere visto solo in base ai suoi valori nutrizionali ma soprattutto per la storia dei popoli, la cultura materiale,la tutela del paesaggio, la biodiversità, la dimensione sociale e rituale del cibo, le regole di vita e di comportamento.
La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, ma anche delle tecniche riproduttive e colturali degli stessi che si ottengono solo attraverso il rispetto delle tradizioni delle comunità mediterranee.
Con il termine “Dieta” si fa riferimento all’etimo greco “stile di vita”, cioè all’insieme delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una sintesi tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare. Così facendo il concetto di dieta mediterranea si pone come anello di congiunzione tra passato e presente, e si presta a essere salvifica chiave di lettura per la modernità volta al recupero di un consapevole rapporto con il cibo, al ritorno di stili di vita a considerare il pasto come un atto sociale, oltre che gastronomico, ed a pensare alla condivisione del cibo come a una manifestazione tangibile degli affetti, dei valori e delle relazioni interpersonali più significative.
Il predetto valore è dovuto dalle ideali condizioni climatiche: regime plurimetrico modesto, concentrazione delle precipitazioni nei mesi autunnali e invernali, lunghe estate caldi e secche. L’area inoltre è composta da tre ecosistemi complementari: mare, piattaforma continentale pianure costiere o situate in prossimità di corsi d’acqua.
Le ricerche condotte da Keys hanno posto sotto l’obiettivo internazionale la validità del modello alimentare mediterraneo, ma contaminato da un sistema ambientale incontaminato e scandito da eventi modelli di vita molto particolari che si ripercotevano sul tipo di alimentazione e/o produzione.
I diversi studi condotti anche nel Seven Countries Study hanno evidenziato come la dieta mediterranea per sua natura tende a prediligere il consumo di prodotti di stagione localmente disponibili, riducendo sensibilmente, in questo modo, il contributo in atmosfera della CO2 dovuta ai trasporti. Nella dieta mediterranea inoltre la quantità di proteine provenienti da prodotti di origine animale rappresenta solo 1/3 delle proteine totali. Ciò è dovuto al moderato consumo di carne previsto dalla dieta.
Nel caso della dieta mediterranea le quantità consumate di frutta e vegetali nonché di cereali (sotto forma soprattutto di pane e pasta) presentano valori decisamente più pronunciati rispetto al modello di tipo statunitense, il quale, come si vede, predilige soprattutto prodotti di origine animale: i valori della carne, del latte e derivati sono nettamente più alti rispetto a quelli riscontrati per la dieta mediterranea.
Keys fu il primo a dare risalto al rapporto fra l'assunzione di energia, il dispendio energetico ed il tasso metabolico a riposo, fornendo la comprensione della dispersione di calorie in attività e dei fenomeni totali che conducono all'obesità
L’Italia negli anni ha mutato il suo modo di alimentarsi, andando ad allinearsi più sulle abitudini statunitensi che mediterranee, il che ho comportato una tendenza all’obesità elevata oltre che ai disturbi alimentari in genere. In Italia il 10% della popolazione è obesa, e il 40% è in sovrappeso.
il 24 ottobre a Torrecuso ( Beneveto) alle ore 1630 esperti della materia forniranno spunti di riflessioni prospettive e iniziative a 6 anni dall'inserimento della lista patrimonio immateriale Unesco