Sequestrate 775 mascherine non sicure

​Nel quadro emergenziale causato dall’epidemia Covid-19, la Guardia di Finanza di Frosinone è fortemente impegnata nel contrasto delle condotte illecite relative all’aumento ingiustificato dei prezzi ed alla commercializzazione di prodotti sanitari non sicuri o contraffatti, a tutela dei cittadini e della loro salute.
In tale contesto, le Fiamme Gialle della Tenenza di Arce hanno effettuato un controllo presso una società gestita da soggetti di nazionalità cinese, sita in Ceprano, che commercializzava mascherine protettive prive delle attestazioni di conformità e quindi non sicure, a prezzi fuori mercato.
Gli accertamenti svolti dai Finanzieri hanno permesso di constatare che tali prodotti erano venduti in violazione delle prescrizioni di legge, privi della documentazione obbligatoria di conformità, applicando un ricarico del 300% sul prezzo medio di vendita.
In particolare, le mascherine del modello chirurgico e FFP2 non riportavano alcuna autorizzazione prevista dagli art. 15 e 16 del decreto legge del 17 marzo 2020, n. 18 riguardanti le “disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale” né tantomeno il commerciante era in grado di esibire ai militari alcun documento d’acquisto della merce al fine di attestarne l’origine e la lecita provenienza.
Al termine dell’attività, i militari procedevano al sequestro di 775 dispositivi di protezione individuale ed alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di Frosinone di 2 soggetti di nazionalità cinese, per manovre speculative su merci e ricettazione.
La merce sequestrata è stata poi sottoposta a perizia da parte delle locali Autorità sanitaria, al fine di procedere alla donazione, previo nulla osta dell’A.G., al personale medico.
Tuttavia, gli esperti dell’A.S.L. hanno ritenuto non idonee alla protezione individuale le mascherine ed il loro potere filtrante di tali presidi è stato giudicato pari a quello di un comune capo d’abbigliamento.
Nelle ultime due settimane i finanzieri dei Reparti della Ciociaria sono impegnati giorno e notte su strada per effettuare i controlli sulla corretta circolazione delle persone e regolare apertura delle attività commerciali. Complessivamente sono stati posti sotto controllo 600 veicoli con a bordo 1052 persone, di queste 42 sono state denunciate per l’inosservanza alle normative che regolano la specifica materia e 4 per altri reati.
Sono state invece 163 le attività commerciali controllate che hanno visto 4 titolari deferiti all’Autorità Giudiziaria per non aver osservato l’obbligo di chiusura.
L’attività svolta conferma il quotidiano impegno della Guardia di Finanza quale polizia economico-finanziaria ad ampia vocazione sociale, presidio volto al contrasto dei traffici illeciti ed alla sicurezza e salute pubblica, esigenza fondamentale nell’attuale periodo di emergenza sanitaria.

Sequestrati 900 kit per la diagnosi del covid-19

​La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, nell’ambito dell’intensificazione dei controlli volti a verificare il pieno rispetto delle misure adottate da ultimo dal Governo per il contenimento dell’epidemia COVID-19, ha avviato un piano straordinario di controlli volti ad individuare possibili casi di frode in commercio o di rialzo fraudolento dei prezzi di dispositivi medici per l’emergenza epidemiologica.
In tale contesto, nell’ambito di un controllo eseguito da militari in forza alla 2 Compagnia di Gioia Tauro nei confronti di un Centro di Analisi Biochimiche della Piana, venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro cautelare 900 kit per la diagnosi del virus Covid-19, sprovvisti di alcuna validazione da parte delle Autorità sanitarie Nazionali, così come mancanti di certificazione CE, posti in vendita anche attraverso un sito web dedicato, in violazione ad ulteriori disposizione di legge.
Dalla documentazione acquisita nel corso del controllo è stato accertato che alcuni utenti avevano già effettuato il bonifico per l’acquisto on line dei suddetti prodotti, comunque non ancora consegnati grazie all’intervento dei finanzieri.
Al titolare del Laboratorio è stata inoltre contestata la violazione della specifica fattispecie prevista dalle Direttive CE, punita con la sanzione amministrativa da 21.400 euro a 128.400 euro, prevista per la violazione del comma 3 dell’art. 19 del D.Lgs. 08/09/2000 “Attuazione della direttiva 98/79/CE relativa ai dispositivi medico-diagnostici in vitro”.
In merito alla suddetta condotta è stato peraltro interessato il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, per avanzare una proposta di adozione di provvedimento cautelare all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ai sensi del comma 3 dell’art. 27 del Codice di Consumo, con l’inibizione della suddetta pagina web.
Comportamenti come quelli in esame, consistenti nella vendita a cittadini ignari ed impauriti di dispositivi per i quali non è provata in alcun modo l’efficacia, pongono in serio pericolo la salute e l’incolumità pubblica, atteso che l’eventuale responso di negatività del test, avrebbe potuto in ipotesi consegnare “patenti” di estraneità al contagio a soggetti che avrebbero così potuto contribuire alla diffusione del virus.
La Guardia di Finanza continuerà nella sua incessante azione in tutta la provincia di Reggio Calabria, a contrasto dei comportamenti illegali e fraudolenti che sfruttano l’attuale emergenza epidemiologica Covid – 19, a tutela di ogni cittadino e degli operatori onesti.

NAS: sequestrati 1601 spray e 223 pacchi di salviettine igienizzanti e antibatteriche

Proseguono ad oltranza le attività ispettive nell’ambito dei servizi finalizzati ad accertare il rispetto delle norme sul contrasto alla diffusione del contagio da “COVID-19”.

Il NAS di Bari ha rinvenuto e sottoposto a sequestro amministrativo 1601 confezioni di spray igienizzante per le mani e le superfici che riportavano indicazioni non consentite ed ingannevoli. Al responsabile della ditta di distribuzione della provincia di Barletta è stata contestata una violazione amministrativa di 1000 euro. Il valore della merce sottratta alla vendita è pari a 20mila euro.

Il NAS di Salerno ha invece sequestrato 223 confezioni di salviette sanificanti delle mani perché prive di autorizzazione, rinvenute all’interno di un deposito del circondario salernitano. I militari del Nucleo hanno anche rilevato gravi carenze strutturali ed igieniche che sono state segnalate all’Autorità sanitaria.

Napoli: mascherine a prezzi sproporzionati, denunciato farmacista

Pubblicizzava e vendeva mascherine applicando aumenti sproporzionati e speculativi rispetto a quelli ante emergenza: il titolare di una farmacia nel quartiere Vomero a Napoli, è stato denunciato dai Carabinieri del Nas di Napoli, nell’ambito dei controlli inerenti all’emergenza sanitaria COVID-19 finalizzati anche al contrasto del fenomeno degli aumenti dei prezzi di vendita dei prodotti di prima necessità. I militari hanno contestato al farmacista il reato penale di rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi sul pubblico mercato.

Nas Ragusa: vendeva semplice sapone per le mani spacciandolo per sanificante, denunciato per frode nell’esercizio del commercio

Produceva e vendeva semplice detergente per le mani, spacciandolo per sanificante in grado di ridurre germi e batteri presenti sulla pelle. Il titolare di una ditta produttrice di detergenti per la casa è stato denunciato in stato di libertà dai Carabinieri del Nas di Ragusa, nell’ambito dei controlli inerenti all’emergenza COVID-19. Nell’ambito del controllo sono stati sequestrati oltre 1.500 litri di detergente, in formulazione gel e spray, pronto per la vendita, il cui valore ammonta a 30mila euro circa.

Nas Foggia: nonostante l’obbligo di chiusura continuavano a lavorare all’interno dei loro studi fisioterapici, denunciati

Nell’ambito dei controlli relativi all’emergenza COVID-19, i Carabinieri del Nas di Foggia hanno denunciato in stato di libertà i titolari di due distinti studi fisioterapici siti nella provincia pugliese. I due fisioterapisti sono accusati di aver omesso di osservare il provvedimento della Regione Puglia che, nell’ambito dell’emergenza sanitaria in atto, dispone la chiusura, tra gli altri, degli studi di fisioterapia.

Smaltimento irregolare di carcasse di suino, deferito all’A.G. titolare di azienda agricola

Il NAS di Parma ha scoperto un’azienda agricola ubicata nella Provincia di Reggio Emilia che, attraverso un impianto di bollitura a gasolio abusivo, procedeva arbitrariamente alla cottura delle carcasse dei suini e alla loro successiva macinazione, poi riversate nella vasca di raccolta delle deiezioni degli animali per essere destinate allo spandimento nei terreni aziendali circostanti. I militari del NAS, collaborati dai veterinari dell’ASL locale, ravvisata la pericolosità di quanto accertato, hanno immediatamente sottoposto a sequestro l’impianto di bollitura e 4175 suini da ingrasso affinché si scongiurasse il pericolo dell’utilizzo delle carcasse bollite nell’alimentazione animale. Al titolare dell’azienda, oltre il deferimento all’A.G., è stata contestata una sanzione amministrativa di 10mila euro. Il valore del sequestro ammonta a circa 1milione 600mila euro.

Livorno: farmaci veterinari, indagini su commercializzazione online illecita

Il NAS di Livorno ha scoperto una vendita illegale di farmaci veterinari attraverso la nota piattaforma “e-bay”. Le indagini svolte hanno permesso di individuare alcuni operatori del settore che hanno potuto acquistare farmaci, quali antiparassitari per il trattamento di endo ed ectoparassiti dei propri animali allevati, il cui commercio online è vietato perché rientranti tra quelli vendibili solo su presentazione di ricetta medica veterinaria ed acquistabili presso farmacie e/o depositi all’ingrosso. I militari toscani hanno anche accertato che tali farmaci erano venduti privi dei requisiti necessari quali il confezionamento esterno, il foglietto illustrativo ed altre indicazioni obbligatorie, in modo tale da eludere anche i controlli sanitari sui trattamenti a cui vengono sottoposti gli animali da reddito con pericolo della salute pubblica. I responsabili sono stati tutti segnalati all’A.G.

NAS: sicurezza alimentare, blitz a tutela della salute in Puglia e Sicilia

Sebbene l’attenzione e le energie siano convogliate in direzione dell’attuale emergenza del “coronavirus”, proseguono comunque senza sosta le attività di controllo dei Carabinieri del NAS sulla sicurezza alimentare.

Il NAS di Taranto ha scoperto un caseificio del circondario privo di autorizzazione perché ubicato in locali non riconosciuti dalla normativa vigente. La produzione e vendita dei prodotti lattiero caseari è stata immediatamente sospesa dall’ASL di Taranto. Il valore dell’attività ammonta a circa 1milione di euro. Stessa sorte per una pizzeria sita nella stessa provincia perché interessata da carenze igienico-sanitarie non risolvibili nel breve termine, ed un’altra nella Provincia di Brindisi a causa di problemi emersi nell’impianto di alimentazione del gas per il piano cottura e per la friggitrice.

Il NAS di Palermo ha invece sottoposto a sequestro penale 3,5 tonnellate di prodotti dolciari perché detenuti in cattivo stato di conservazione in locali con gravi carenze igienico-sanitarie. Il responsabile dell’attività è stato per questo motivo deferito alla locale A.G. e segnalato all’Autorità sanitaria per le inedeguatezze strutturali emerse. Il valore degli alimenti sottratti al consumo ammonta a circa 70mila euro.

Il NAS di Catania è intervenuto presso una rivendita di acque e bibite del capoluogo etneo sequestrando 3.350 bottiglie di acqua minerale perché stoccate in area esposta al sole, alle intemperie ed alla contaminazione ambientale e quindi ritenute in cattivo stato di conservazione.

sequestrati additivi alimentari scaduti di validità

Il NAS di Bologna, nell’ambito delle consuete attività di vigilanza e controllo nel settore alimentare, ha ispezionato uno stabilimento per la produzione casearia sito in provincia di Ravenna.
Nel corso degli accertamenti, i militari hanno proceduto a:
– sequestrare circa 40 litri di additivi alimentari (sufficienti per la lavorazione di 6000 litri di latte), in quanto scaduti di validità;
– contestare una violazione amministrativa per un valore di 2.000 euro circa;
– segnalare alle autorità le irregolarità riscontrate, chiedendo di adottare nel contempo una serie di provvedimenti prescrittivi.